[Zurück]


Vorträge und Posterpräsentationen (ohne Tagungsband-Eintrag):

G. Esser:
"Il propileo di Palestrina. Esiti della campagna di rilievi 2004";
Vortrag: Maggio in Archeologìa, Palestrina, Museo Archeologico Nazionale (eingeladen); 21.05.2005.



Kurzfassung deutsch:
Il Propileo di Palestrina - Esiti della campagna di rilievi 2004

1. Bild Grazie Sign. Tomassi della gentile presentazione e soprattutto del cordiale invito a parlare qui - tra questi muri pieni di storia - di un tema davvero prenestino, che ormai mi sta al cuore.
Vorrei inanzitutto prima di cominciare - ringraziare la Dott.ssa Sandra Gatti, che ha favorito e reso possibile la fruttuosa collaborazione tra la mia università e la Soprintendenza per il Lazio, la quale quest`anno gìa per la terza volta ci ha invitato ad eseguire un nostro seminario di rilievo architettonico misurando ed analizzando uno dei prestigiosi monumenti antichi di Palestrina, il Propileo di questa città affacinante.
Bild Per darvi un idea dell`ambito dal quale appartengo vorrei iniziare con una piccolissima presentazione dell`Istituto di Storia dell`architettura e rilievo dell` Università Tecnica di Vienna il quale viene condotto ormai da tre anni dalla Prof.ssa Marina Döring-Williams. La nostra collaborazione con Palestrina aveva iniziato due anni fa con il rilievo del cd. `Ninfeo del sole´ o `Ninfeo al ponte spedalato´ che tutti voi conoscete bene perché sta a pochi metri di qui sulla Via Prenestina. A parte questo abbiamo eseguito diverse campagne di rilievo un po` in tutto il mondo. I studi elaborati nel breve tempo delle nostre attività abbraccia un vasta gamma di oggetti di quasi tutti i periodi, includendo degli edifici antichi quale la chiesa di Santa Maria Nuova e la Basilica di Massenzio entrambe al Foro Romano attraverso alcuni esempi di architettura medievale del contesto austriaco e va fino all` architettura moderna come l`ufficio postale del Futurista Angiolo Mazzoni a Latina, per non menzionare tutti.
Bild Un special punto chiave della nostra attività e ricerca è l`adozione di nuove tecnologie per la misurazione di oggetti architettonici ed archeologici. Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni soprattutto degli strumenti a base di Laser quale la stazione Totale, un teodolite computerizzato e motorizzato che permette di tastare o palpare un oggetto tridimensionale lungo un piano prestabilito, o anche lo Scanner-3D il quale manda e riceve millioni di raggi di luce in pochi minuti scannerizzando lo spazio attorno e creando un immagine digitale preciso. Queste due tecnolgie che in primo luogo ci danno degli informazioni geometriche poi vengono combinate con le possibilità della photographia digitale. La gamma dei prodotti elaborati in questo modo si allarga all`immagine photorealistico bidimensionale come la Photogrammetria digitale o tridimensionale come il modello colorato di oggetti. A Palestrina abbiamo sperimentato un po` tutte queste varie tecniche e vi farò vedere degli esempi nel corso dell`intervento quando nel contesto dell`analisi del Propileo risulta utile.

2. Bild Ora però vorrei cominciare la mia analisi del propileo e ritengo giusto menzionare che i risultati presentati sono frutto di un lavoro continuo al quale hanno partecipato una ventina di studenti di architettura di Vienna. Alcuni di loro in questo momento sono tra di noi ad ascoltare o stanno ancora in cantiere per finire i disegni di quest`anno.
In questo cerchio di ascoltatori è probabilmente inutile dire dove si trova il propileo, lo faccio lo stesso nel caso che qualcuno non lo sappia. Il Propileo di Palestrina sta in Via degli Arcioni a metà del grande muraglione di difesa sud della città antica di Preneste e da propileo era pensato per dar accesso alla città e al Tempio della Fortuna.

3. Forschungsstand:
3.1. Bild A cominciare collo stato del sapere sul propileo va detto che a partire dal 500` abbiamo delle rappresentazioni del Tempio della Fortuna da autori noti come Fra`Giocondo, Giuliano da San Gallo ed altri, alcuni dei quali elaborano `en passant´ delle prime ricerche anche del Propileo.
. Bild La planimetria generale di Pirro Ligorio, del 1545 ca. mostra un` ossessiva addazione di una simmetria classicistica, che sì !! trova qualche riscontro nella composizione del insieme, ma nega in molti punti gli effettivi residui archeologici; vediamo anche l`interpretazione del ingresso principale alla città come ampio spazio scoperto con colonnato e fuga di scale, fiancheggiata da due edifici uguali immaginati ognuno di essi come un insieme dei due edifici distinti, quali oggi conosciamo come il propileo e il castello d`acqua dell`età imperiale a sud della Via degli arcioni.
. Bild Andrea Palladio, nell`anno 1547 ci lascia tutta una serie di disegni prenestini, tra questi una planimetria, una sezione ed un alzato. Questi disegni rappresentano un importante fonte di informazioni per gli studi successivi, per la evidente volontà di riportare con fedeltà le misure esatte delle parti del monumento a suo tempo visibili; nel riscontro delle diverse planimetrie, sezioni e dei prospetti sopprattutto nella ricostruzione si riconosce delle incertezze non minori sull`andamento delle rampe e della forma architettonica del coronamento del tempio; nella zona del propileo Palladio segue l`esempio del Ligorio in quanto riproduce un porticato con tre file di colonne davanti una lunga fuga di scale che viene fiancheggiata da un paio identico di edifici a facciata tripartita. Sia la pianta che l`alzato propongono l`immagine di una struttura che abbia una certa sommiglianza con lo stato attuale dell`edificio a ovest giunto fino ai nostri tempi, in quanto mostra un vano centrale a forma rettangolare e due nicchie semicircolari laterali.
. Bild Dalla Collezione di Federico Cesi, fondatore dell`Academia dei Lincei, abbiamo due rappresentazioni anonime: una planimetria e una Prospettiva: omettendo i problemi degli autori del 600` a stabilire i rapporti spaziali ed architettonici tra le varie parti del complesso, vorrei giungere subito alla rappresentazione del propileo, il quale, come nel disegno del Ligorio viene interpretato come un paio di edifici ognuno di essi composti dalle strutture superstite del propileo e del castello d`acqua. In questo caso il propileo stesso con le tre aperture della facciata principale viene raddoppiato formando una specie di corridoio trasversale all`interno. La prospettiva in oltre riporta un canale aperto nell`asse simmetrica principale, che sbocca da un muro in opera quadrata. A parte del raddoppiamento del propileo in direzione sud che ci sembra una stretta invenzione del genio architettonico perché non risulta in nessun`altro disegno dell`epoca, l`autore riporta fedelmente alcuni elementi ancora oggi visibili: l`organizzazione dello spazio interno con la camera rettangolare al centro, due nicchie semicircolari ai lati e uno spazio lungo e stretto trasversale in fondo del vano principale, pur conesso ad esso; in oltre il canale aperto in mezzo allo spazio vuoto limitato a nord dal muro alto, spazio che dagli altri autori preferibilmente viene riempito dal collonato davanti alle scale. Infine, a ridosso dell`edificio, l`anonimus disegna uno stretto corridoio senza gradini che può riccordarci la rampa coperta a volta la quale ancora oggi separa il propileo dal muro di cinta superiore della città.
. Bild Il Cingolani, in un disegno a penna del 1675, rilevando il tessuto della città di Palestrina dei suoi tempi, ci da un idea del sito com`era: il propileo facendo parte del giardino dei Barberini, recintato e separato dallo spazio antistante a est; quello già come oggi è un bucco vuoto tra muro di fondo, propileo e la via col nome moderno "degli arcioni"; i così detti "arcioni" stessi, una fila di almeno 12 archi a tutto sesto, che non sembrano avere nessun rapporto a delle strutture circostanti. La situazione quindi - a parte della recinzione giardinesca - ci apare come quella di oggi. La pianta del Cingolani così si dimostra come documento importante per la valutazione dei disegni degli autori che gli seguivano e anche - con una certa propabilità - come strumento critico per le rappresentazioni dei secoli precedenti.
. Bild L´800 a Palestrina e il secolo degli architetti francesi dell`Academia di Francia a Roma. Jean Nicolas Huyot, negli anni 1809-14, conduce delle ampie e accurate ricerche, i quali producono un importante documentazione storica, l`accuratezza dei suoi rilievi, che bene distingue tra rilievo e disegno ipotetico, si riscontra anche nella documentazione grafica del propileo che per la prima volta viene riportato con l`assimetria nella disposizione dello spazio che lo caraterizza. Il secondo edificio, situato ad est dello spazio vuoto centrale, viene disegnato com`è: solo col muro di fondo e la seconda rampa trasversale che rispecchia quella perfettamente conservata a ovest.
. Bild Tra gli studi importanti i quali nel 800 si occupano del tempio a Palestrina vorrei menzionare i rilievi man mano più esatte e basate sui dati di fatto trovati in situ degli architetti ed archeologi L. Rossini, Guènepin, J. Tetaz, Emmanuel Fernique ed Antonio Nibby, i quali però non ci lasciano dei documenti della zona del propileo della città. Un lavoro invece per noi estremamente utile rappresentano i disegni del francese P. Blondel degli anni a partire dal 1882, i quali sulla base della pianta della moderna Palestrina denotano con estrema cura le rovine antiche superstiti prendendo in considerazione l`intero complesso monumentale del tempio e della città.
. Bild Nel ventesimo secolo a Palestrina studiano personaggi illustri come il Prof. Richard Delbrück a partire dal 1905, il quale nel ambito dei suoi due volumi su "L`architettura ellenistica in Lazio" (Hellenistische Bauten in Latium) esamina il così detto "santuario inferiore" escludendo le strutture del "santuario superiore" quanto le mura della città antica e quindi il propileo. Mentre dopo le dimolizioni di guerra nella zona superiore di Palestrina, l`attenzione scientifica si sposta interamente sulla liberazione e sullo studio delle rampe e delle terrazze del tempio. Sono l´architetto Fasolo e l`archeologo Gullini, che ci forniscono un analisi ancora oggi in molti punti validi della complessa organizzazione dell`antica Preneste... Anche se, nel corso del secolo, le loro teorie soppratutto sul significato del complesso inferiore come luogo di culto vengono respinte da studiosi come i Professori Mingazzini e Kähler, poi confermati da Castagnoli e Romanelli, i quali contribuiscono non poco alla nostra comprensione della dualità dell`antica Preneste divisa nei poli "centro civile" e "Foro" in basso e il vero e proprio "Tempio della Fortuna Primigenia" in alto dell`area "dentro le mura". Sembra allora comprensibile che l`occupazione intensa e continuata dei studiosi con il tema più importante di Palestrina, il rapporto tra tempio e città, lascia poca attenzione alla zona attorno all`ingresso alla città.
. Bild Erano però i due studiosi del dopoguerra, Fasolo e Gullini, a notare che l`asse principale antica della città era incentrata sull tempio arcaico sotto la Cattedrale, mentre gli interventi massicci e sconvolgenti del 2 sec. avanti Cristo vennero effetuati seguendo un orientamento urbano leggermente ruotato rispetto all`asse più antico e che anche le strutture del propileo e dei 12 ambienti rettangolari coperti a volta di botte (i così detti "arcioni") seguono lo stesso orientamento dell` impianto monumentale superiore.
. Bild Gli anni 80 invece ci portano due importanti studi che in primo luogo indagano la situazione urbanistica della zona tra la città bassa di Palestrina e le mura meridionali dell`antica Preneste, la zona quindi nella quale è situata l`area interessata del propileo. Lorenzo Quilici nel suo articolo L`impianto urbanistico della città bassa di Palestrina del 1980, pubblica una pianta archeologica della città sillana cresciuta `extra muros´ dopo gli evenimenti dell` 82 avanti Cristo, riesaminando tutti i contributi incentrati su delle strutture archeologiche architettoniche ed urbanistiche della zona dandole un nuovo significato complessivo. Come già prima Fasolo e Gullini e poi Santa Maria Scrinari anche Quilici nella larga strada con andamento sud nord la quale al altezza del propileo incontra le mura prenestine riconosce il cardo della città bassa. La descrizione però degli edifici i quali costeggiano quella strada importante si limita alle strutture che si trovano al di fuori della Preneste presillana, cioè tralasciando le strutture di confine, apunto il Propileo e i cd. Arcioni.
. Mentre nel 1985 invece esce un articolo die Hans Riemann esplicitamente trattando Le Mura Meriodonali della città alta di Palestrina (Zur Südmauer der Oberstadt von Praeneste), in cui per la prima volta il Propileo viene descritto in modo dettagliato e attento pure con la distanza di uno studioso che non si ferma a rilevare l`oggetto dei suoi studi. Riemann comunque arriva a una datazione delle grandi trasformazioni delle mura meriodonali di Preneste nella seconda metà del 2. sec. aC, mentre il propileo stesso per la sua - nel opinione di Riemann - leggermente alterata tecnica costruttiva rispetto al tempio della Fortuna viene costruito alla fine di questo processo, cioè alla fine del 2. sec. aC.

Quello che segue è una Descrizione compositiva e dell`edifio e della sua tecnica costruttiva
. Bild Il Propileo di Palestrina, nella sua composizione d`insieme, si rivela come una struttura simmetrica generata sopra un asse principale, il cardo della città bassa idealmente prolungata verso il centro della città antica di Preneste. Il fatto che tutta la costruzione presenti la stessa tecnica edilizia, cioè un nucleo murario di `opus caementium´ rivestito dal `opus incertum´ di calcare e l`uso di blocchi di tufo nelle parti portanti degli archi, rende probabile che l`impianto appartenga ad un'unica fase edilizia nell`ambito dell`erezione del Tempio della Fortuna Primigenia. Bild Lo spazio centrale del Propileo sembra essere stato una vasta scala monumentale larga 60 piedi romani circa (corrispondente a 18 metri), della quale oggi possiamo vedere i resti - pur fortemente restaurati - dei strati preparativi in opus caementitium. La funzione di questa scalinata comunque era quella della gestione dei flussi dei pedoni, che - venendo da basso attraverso la strada ancora oggi ben visibile nel sottoportico della moderna via e larga almeno 6 metri - volevano recarsi al centro della città. Essendo l`unica apertura nel poderoso muraglione meridionale a doppio strato, il propileo dunque in primo luogo fungeva da porta monumentale della città, la quale per la sua posizione a valle dell`asse principale del Tempio della Fortuna possiamo immaginare anche come una porta a carattere rappresentativo, forse quella più importante di Preneste.
. Bild La scalinata era fiancheggiata da due edifici polifunzionali dei quali quello posto ad occidente dimostra uno stato di conservazione molto migliore al suo `pendant´ ad oriente, il quale però al nostro avviso per una serie di caratteristiche sembra essere stato molto simile. Essendo però sia la grande scalinata che l`edificio ad oriente ridotti ad un minimo di materia, l`insieme della struttura architettonica ai contemporanei - con l`eccezione di alcuni architetti ed archeologi - è sempre stato poco comprensibile. Ecco perché la struttura occidentale in se mantenutasi perfettamente è comunemente conosciuto come `il propileo di Palestrina´. Per la sua immisurabile quantità di dettagli costruttivi, funzionali e decorativi e per la spazialità complessa è stato scelto come oggetto della nostra prima campagna di rilievo dell`anno 2004.
. Bild L´edificio a prima vista in pianta dimostra una certa simmetria incentrata attorno a un vano rettangolare largo 4,44 metri (15 piedi), profondo 7,00m / 7,30m (25 piedi circa) e voltato a botte (A). Sembra che questo ambiente per tutta la sua altezza di circa 8,5 metri (pressocchè 30 piedi romani) era aperto al esterno e quindi abbia dominato la facciata principale sud. Ai suoi lati erano posti delle nicchie semicircolari altretanto monumentali e sormontati da semicuppole (B). L´altezza di queste nicchie era poco minore rispetto al vano centrale ed assieme alla sua apertura formavano una specie di blocco centrale dell`edificio coperto da un tetto a due falde. Il tutto era posto su un podium alto 5 piedi romani (1,50 m), estendendo così la superficie della struttura verso sud e creando l`unico spazio al quale poteva accedere il pubblico. All`interno dell èdificio, nel retro della camera rettangolare, a un piano più alto, si aprivano due vani lunghi coperti di volte a botte di medie dimensioni (luce di 2,45 / 2,80m: respettivamente 8,25 / 9,5 piedi), girati per novanta gradi e cioè definendo l`orientamento secondario trasversale dello spazio (D).
. Bild Detto questo però, finisce la descrizione della simmetria in quanto la struttura sviluppi un universo tridimensionale di piccoli ambienti, nicchie, scalette, aperture, vasche d`acqua, canali, scanalature ed altri impianti idrici, sparsi per tutta l`architettura seguendo una sua logica interna dei flussi d`acqua il che non lascia che trarre la conclusione immediata che ci troviamo di fronte ad una fontana monumentale o un ninfeo. Però, prima di affrontare questo tema vorrei andare avanti a descrivervi l`impianto generale dell`edificio, dicendo che l`assimetria interna abbia una sua corrispondenza anche all`esterno. Ad occidente, al di là del podio e separato da esso da un piccolo canale di scarico, notiamo una scala di servizio che porta sia a dei ambienti sotterranei che al piano inalzato della fontana. Questa parte dell`edificio larga 10 piedi e purtroppo maggiormente distrutto nei piani superiori, per tutta la sua altezza ci risulta arretrata di 45 centimetri (un piede e mezzo) rispetto al blocco centrale, trucco architettonico che fa sì che la percezione della simmetria voluta, almeno dalla strada principale di accesso alla città, non venisse troppo perturbata. Bild In oltre, osservando la pianta del corpo centrale, si nota che il muro di fondo dello spazio interno è girato rispetto all`orientamento del resto del edificio. Lo spazio che fa da mediatore tra l`andamento del muro di fondo - quello stesso a sua volta adeguandosi alle mura urbane - e la parte frontale è proprio il rettangolo stretto delle due volte trasversali i quali quindi hanno una luce ineguale.
. Bild Girando l`angolo sud-est ci troviamo di fronte alla facciata laterale, sicuramente altretanto importante, perché rivolta allo scalone del propileo e cioè delineata in basso dalla fuga dei gradini dei quali due ancora si trovano in situ. La facciata è composta da tre aperture di vario carattere. A sud sono visibili i resti di una nicchia monumentale a pianta rettangolare sormontata da un arco a semicerchio (larga 1,90 / alta 2,80 m). Le tre pietre di tufo nella chiave della volta e le impronte nell`opera cementizia dei pezzi mancanti quanto un blocco di travertino della pavimentazione rendono indubbia la ricostruzione geometrica della nicchia. Bild L`altro elemento importante di questa facciata è l`apertura della rampa trasversale voltata a botte (D) che - situata nella parte retrostante dell`edificio - portava alla terrazza bassa della città antica dentro le mura (dimensioni: larga 2,16 / alta 10 piedi ca. con andamento conico). La rampa inclinata lunga 11 metri attraversando quasi tutta la largezza dell`èdificio, Bild sbocca in un `nodo stradale´ dove sono ancora in situ alcuni blocchi di tufo della pavimenatzione interna della rampa. Voltandosi a sinistra, si accedeva a dei ambienti piccoli del piano superiore del ninfeo, andando però dritti, dove oggi una scala moderna di restauro in cemento probabilmente copre un elemento uguale antico, si accedeva ad una strada trasversale parallela alle mura, la odierna via del sole. A destra vediamo le tracce di una scala larga 2 metri la quale riprende la direzione del ampio scalone del propileo. Questa scala è di una importanza cruciale per la comprensione dei percorsi pedonali del propileo perché la sua lunghezza conservata supera l`alineamento delle mura urbane di tufo. Vediamo bene che il sottopavimento di una serie di 10 gradoni è ancora oggi percepibile, inoltre il guscio di `opus incertum´ dei due muri fiancheggianti del vano scala si sono mantenuti fino ad un` altezza di 50 centimetri ca. Bild L`entrata alla scala era sormontata da un arco a tutto sesto di blocchi di travertino molto basso. Sia la larghezza ridotta della scala che la presunta altezza dell`arco poco più di 2 metri fanno presuppore che non abbia costituito l`entrata principale alla città, che invece sia stato una scala di servizio e che quindi il grande scalone del propileo in realtà abbia esistito da vero.

Tipologia edilizia: Ninfeo
. Bild Vorrei dire due parole sulla tipologia del ninfeo monumentale: Studiando la letteratura ho scoperto due libri che affrontano le fontane romane sotto l`aspetto tipologico. Sono i volumi di Neuerburg: "L`architettura delle fontane e dei ninfei nell`Italia antica" del 1965 e di Letzner: "Römische Brunnen und Nymphaea in der westlichen Reichshälfte", cioè Fontane romane e ninfei nel Impero romano occidentale del 1990. Tutti e due sviluppano in una loro serie cronologica la tipologia delle fontane, partendo dai "Ninfei a Grotta e camere intagliate nella roccia" fino ai "Ninfei rotondi" e "Ninfei a facciata". La nostra fontana monumentale, il cd. Propileo, per la sua pianta pressocchè rettangolare con una stanza principale voltata a botte per lo più sembra rientrare nel tipo "Ninfei a camera" anche se naturalmente presenti alcuni aspetti di un "Ninfeo a facciata". Però, studiando gli esempi rappresentati nei due volumi, non ho incontrato nessun altra fontana simile alla nostra, perché per la maggior parte sono delle invenzioni spaziali molto meno complesse. Il Propileo di Palestrina quindi, probabilmente per la sua sovrapposizione funzionale di Porta urbana e Fontana monumentale ed inoltre perch`è posto in un terreno fortemente inclinato rappresenta un esempio unico e molto raffinato nel contesto che va fin oltre l`Italia antica.

Vi debito quindi - nella parte terminale del mio intervento - la descrizione del complesso sistema idraulico del Ninfeo. Come sappiamo tutti, a Palestrina dei romani c`era un`abbondanza delle acque piovane e delle fontane che cendeva dai monti. L`acqua da un lato doveva essere condotto e diretto per non distrurre la sostanza edilizia, dall`altro lato rappresentava un bene essenziale che maggiormente contribuiva alla qualità di vita di tutti. Ma non solo veniva visto sotto l`aspetto dell`utilità. Come dimostrano un gran numero di esempi di fontane e ninfei anche a Palestrina, l`acqua veniva venerato e messo in scena dove risultava possibile.
Bild Al tempo della repubblica, sembra che - e vi prego di correggermi se mi sbaglio - l`approvvigionamento idrico sia stato organizzato seguendo un sistema decentrale, cioè che nelle vicinanze del propileo vediamo sboccare dalle mura non meno di 4 canali del diametro 45 cm (1 piede e mezzo), quello più presente a tutti forse il canale che sta in mezzo allo spazio dello scalone del propileo. Bild Ce ne però uno secondo, che al piano intermedio sbocca dal muro di fondo del propileo ad occidente, il quale con la sua sezione di un mezzo metro quadrato era predisposto a portare una quantità di acqua enorme. Bild Questo canale, alcuni metri prima di perforare il muro di fondo del Propileo, si dirama per portare dell`acqua anche nella parte orientale della fontana. Bild Tutti e due i canali per di più sono dotati di una scanalatura laterale delle dimensioni minori la quale possiamo interpretare come una conduttura secondaria per le acqua messe in scena nella fontana - in questo modo accertando che per i giocchi d`acqua cera sempre un volume costante - Bild mentre la grande quantità d`acqua - attraverso un bacino alto al piano intermedio e un pozzetto tondo ad oriente dell`edificio veniva direttamente condotto nelle due cisterne che stanno sotto. Bild Da lì l`acqua poteva defluire in un ambiente sotteraneo che sta sotto l`asse della scala di servizio laterale ad occidente, il quale mostra un`altro pozzo di sezione quadrata. Sembra che lì sotto comincia - o semplicemente passa - un canale di scolo, che va verso valle.
Cerchiamo però di capire come funzionava la messa in scena dell`acqua nel Propileo, il che ci risulta meno ovvio perché mancano alcuni pezzi, condotture aperte e doccioni certamente fatti di materiale prezioso come il marmo e il travertino. Preferisco farvi vedere alcuni dettagli dell`interno centrale dove possiamo immaginarci l`affluire dell`acqua. Bild Il punto più ovvio forse è la soglia di marmo di una nicchia difficilmente accessibile in alto a destra dell`ambiente centrale, la quale dimostra una sezione longitudinale aperta. Al lato opposto si notano quatro blocchi di marmo verticali che sì !! costituiscono un elemento decorativo della parete ovest, nello stesso tempo però tra di loro formano dei pozzetti con la funzione di portare l`acqua nella nicchia voltata sottostante. A metà dell`altezza dei blocchi si vedono le impronte di forse altre quatro blocchi, che - pensati come elementi sporgenti - possono essere interpretati come tracce di 5 doccioni. Bild La parete di fondo invece mostra un serie di 5 buchi ad una altezza e distanza inalterata. Non sappiamo cosa sia stato fissato là, però pochi centimetri sotto si nota un incavo finissimo leggermente inclinato verso destra che finisce col quinto buco. L`incavo in oltre si trova nella stessa altezza della scanalatura secondaria del grande canale principale e cioè e probabile che l`incavo abbia portato un elemento per la distribuzione dell`acqua lungo il muro di fondo. Bild È una questione ancora solo in parte risolta, come l`acqua, dal canale di distribuzione secondaria inserito nel canale di portata grande, poteva arrivare fino ai punti della messa in scena. In un solo punto abbiamo trovato una specie di grondaia di marmo mantenutasi solo perché in un periodo tardo era stato bloccato con della malta e quindi era piu diffile - o meno attraente - toglierla. Si è capito però che questo elemento sicuramente modulare - ci sono delle impronte di altri elementi uguali - ha servito da connezione tra quelle scanalature secondarie e i punti di messa in scena al piano intermedio dell`ambiente centrale. Bild L`acqua poi veniva raccolto dal bacino rotondo centrale e seguentemente - nel punto basso in centro del muro di fondo del bacino - traboccava nella prima cisterna che sta sotto il piano intermedio di fondo.
Sembra in oltre chiaro che le due nicchie frontali a semicerchio quanto la nicchia rettangolare della facciata est servivano per dei giochi d`acqua: la ultima è direttamente provista di una scanalatura del tipo secondario, mentre nel caso delle nicchie semicirculari bisognava guardare attraverso delle finestrine a vedere dei piccoli allestimenti del tipo grottino.

Bild Spero di avervi potuto descrivere almeno alcuni aspetti costruttivi e funzionali del Propileo. Alcuni di essi si basano su delle informazioni fresche della campagna di rilievo di quest`anno e dunque mancano ancora delle prove fin quando i disegni non siano ancora finiti. Ci sarebbe di parlare anche sulla questione della decorazione architettonica quanto sul problema del secondo ninfeo e la presunta simmetria del impianto. Vi devo però preghare di avere ancora un po` di pazienza, fimche anche questi esitit saranno elaborati nel prossimo futuro e vorrei ringraziarmi della vostra cortese attenzione. Grazie.

Kurzfassung englisch:
.

Erstellt aus der Publikationsdatenbank der Technischen Universität Wien.